Dall'Avvenire del 17 gennaio 1997

Il teologo Lino Ciccone*: il loro ideale è "morire senza accorgersene, la fine è il rande tabù della cultura materialista"
"Ma non si può essere padroni dell'ultimo istante"



(M. Cor.) Eutanasia all'italiana: il fondatore dell'"Exit" torinese si dichiara cattolico, e definisce la sua battaglia "un'opera di carità". Per don Lino Ciccone, teologo e moralista, è il segno di una cultura materialista dominante per cui anche un "cattolico" può seguire nella realtà, e senza accorgersene compiutamente, un ateismo pratico. "Tutta la questione eutanasia dice il teologo si gioca su una domanda fondamentale : della mia avita, sono io il padrone assoluto ? Molti oggi risponderebbero di sì, ma questa loro pretesa non cambia la realtà. Alla sorgente della vita c'è Dio, e a lui la vita appartiene. E non si tratta di verità di fede, valide solo per i credenti, ma di una norma anteriore, che la coscienza dell'uomo può scopertine/coprire in sé e che infatti compare in tutte le religioni del mondo un diritto, insomma, naturale, che ha trovato un riconoscimento nella dichiarazione dei Diritti dell'uomo. Chi afferma di essere "padrone della propria vita" esclude Dio dal proprio orizzonte. Di fatto si conforma a un ateismo pratico, a quella cultura edonista per cui la vita è puramente un bene da godere. In questa prospettiva il dolore è privo di qualsiasi senso e intollerabile. Ma chi dicendosi credente, sia a favore dell'eutanasia, in realtà non sa cosa significa essere cristiano".

Quanto poi - continua Ciccone - al definire "carità" l'eutanasia, voglio ricordare che a detta di oncologi di fama le cure palliative sono in grado di sedare il dolore nel 98 per cento dei casi più gravi. E che Cecilia Saunders, il medico inglese iniziatore delle cure palliative, ripete spesso che la vera richiesta di un malato che domanda la morte è di essere aiutato ad affrontare il dolore e la paura e che se questo aiuto gli viene dato tale domanda non viene ripetuta. Se nessuno è padrone della propria vita, tanto meno lo è di quella di un altro. Non può essere ca...aiutare un uomo a fare e a farsi del male".

L'eutanasia, denuncia "Exit" in Italia è possibile per i ricchi, ai poveri tocca soffrire. La morte, insomma, non sarebbe uguale per tutti. Replica il teologo: "Si può parlare di ingiustizia quando un diritto viene violato. "Diritto a morire con dignità", dicono i fautori dell'eutanasia, con una formula truffaldina. Morire con dignità è una pretesa sacrosante, se vuole dire morire coi propri cari accanto, curati amorevolmente, e non da soli in un angolo d'ospedale. Ma nell'interpretazione degli eutanasisti quella dignità significa invece "morire senza accorgersene". In linea con la cultura materialista: quando si sta bene, la morte è un tabù su cui tace, quando si è alla fine, è qualcosa da affrontare senza accorgersene."

"Che dire poi - continua Ciccone - di un uomo che afferma, come il fondatore di questa associazione torinese, di non potere tollerare la sofferenza? Poiché si tratta di un moribondo, ma di una persona in piena salute, gli risponderei di aprire gli occhi. Non c'è bisogno di essere in fin di vita per sapere che la sofferenza è parte della vita quotidiana, e quindi occorre saperle dare un senso. Un senso non necessariamente religioso: penso all'opera dello psicologo viennese Victor Emil Frankl, ebreo sopravvissuto ad Auschwitz, che affronta il tema del senso del dolore da laico, giungendo alla conclusione che ogni uomo deve domandarsi, nella prova, non cosa la vita gli offre, ma cosa la vita gli sta chiedendo; ed essere degno del proprio destino. Detto questo voglio ricordare come la Chiesa, nettamente contraria all'eutanasia, si sia pronunciata apertamente anche contro l'accanimento terapeutico, intendendo con questo l'ostinarsi in terapie che non giovino al paziente ma tentino di prolungare illimitatamente e artificialmente la vita; e questo già a partire dall'insegnamento di Pio XII ripreso nella Dichiarazione sull'eutanasia emessa nel 1980 dalla Congregazione per la dottrina della fede".

"Il dolore è parte della vita quotidiana, occorre dagli un senso"

"La vera richiesta del malato è di essere aiutato ad affrontare il dolore e la paura"


* P. Lino Ciccone, professore presso la Facoltà di Teologia di Lugano, è uno dei quattro relatori del ciclo di conferenze sull'eutanasia dal titolo "Incontro alla buona morte" di cui vi proponiamo la registrazione video VHS.